Un’importante ricerca di AXA e Episteme, presentata nel corso del Forum AXA 2019, delinea la mappa dei rischi percepiti dagli italiani tra i 18 e i 74 anni.
L’effetto Greta, rafforzato dalle calamità naturali ricorrenti, incide in modo significativo sulle rappresentazioni collettive: il cambiamento climatico è il primo rischio percepito in tutte le fasce di età, i generi e le aree geografiche. (63,4%, +16,7% rispetto al 2018).
Al quarto posto, dopo l’instabilità finanziaria e la gestione delle risorse naturali, arrivano le malattie croniche (33,5%, +2,9% rispetto al 2018).
Al vertice delle priorità indicate per il sistema Paese, troviamo a pari merito l’aumento delle forme tumorali (63,8%) e l’innalzamento delle temperature (63,5%) e di pochissimo distanziato il “collasso del sistema sanitario”.
Questa mappatura collettiva, sembra essere molto distante da quello che emerge dal discorso politico veicolato dai principali leader attraverso gli account Facebook. Da una ricerca di Eikon Strategic Consulting emerge infatti che solo il 3% dei post su Facebook dei 7 leader politici più importanti ha riferimenti ai temi ambientali. Non credo che indagando il tema salute, i risultati differiscano molto. Ma ovviamente preferirei sbagliarmi.
Questa distanza tra agenda “social” delle priorità politiche e agenda sociale preoccupa perché rischia di far dilagare risposte allarmistiche o ‘luddiste’, come quella di tornare a spostarsi in barca.
Dalla ricerca e dal Forum AXA emergono invece strade più costruttive, che gli stessi cittadini sono stimolati a seguire e che potrebbero essere accompagnate da una migliore sinergia pubblico-privato nell’area dell’ambiente e della salute. Vediamo tre punti chiave:
- nel vissuto degli italiani, il riscaldamento e il cambiamento climatico hanno un effetto sulla salute delle persone
- c’è la disponibilità ad un impegno personale per ridurre l’impatto ambientale e salvaguardare la salute, associato ad una richiesta di impegno degli stati e delle grandi aziende,
- le assicurazioni possono stimolare la scelta di stili di vita sostenibili e una migliore qualità di vita, soprattutto attraverso polizze centrate più sulla prevenzione che sui sinistri e con il supporto di tecnologie di monitoraggio sia dell’ambiente che della salute
Come sintetizza efficacemente Patrick Cohen, CEO di AXA Italia, “Il concetto non è la speranza di vita, ma la speranza di vita in buona salute. Anche per questo AXA ha ripensato il suo ruolo nella salute. Vogliamo passare da un attore che paga i sinistri a un coordinatore del percorso sanitario dei pazienti. La prevenzione è la vocazione naturale di un assicuratore”.
Una visione sistemica capace di sostenere la qualità di vita della persona e del suo ambiente, in una partnership pubblico-privato, facilitata dalle nuove tecnologie. Ecco la ricetta praticabile che emerge dall’indagine Episteme-AXA. Serve solo che la politica se ne accorga.