In “Così le grandi smart city cedono il passo a reti rurali connesse”, Giampaolo Colletti problematizza il nesso apparentemente ovvio tra innovazione e grandi centri urbani, a partire dalla riflessione di Jeffrey Schnapp, docente all’Università di Harvard e punto di riferimento nelle digital humanities.
Secondo Schnapp, « Le grandi realtà sono avvantaggiate dalle infrastrutture tecnologiche, ma il valore si misura dal contratto sociale tra i vari interlocutori. Bisogna ripartire da forme di intelligenza collettiva distribuite in network di fiducia ». L’innovazione a misura di persona, abilitata dalle tecnologie è quindi un futuro che potremo raggiungere forse più rapidamente nei piccoli borghi, che non nelle grandi città.
Proprio un piccolo borgo, Borgo Antico, è al centro del cortometraggio “Presto Sarà Domani”, con cui Deloitte ha deciso di raccontare l’innovazione. Dietro questa scelta, c’è un messaggio strategico importante, che condivide con efficacia in un’intervista Andrea Poggi, North-South Europe Innovation leader di Deloitte.
“Oggi, più che mai, l’unica innovazione che possa effettivamente produrre risultati concreti ed efficaci per la società è quella che risponde alle esigenze quotidiane delle persone. È questa una condizione necessaria, ma non sufficiente. Occorre infatti che le persone siano a bordo, che siano coinvolte. In Borgo Antico abbiamo voluto raccontare la portata innovativa del PNRR con momenti di vita quotidiana, per mostrarne l’impatto effettivo sul cittadino. Non ci interessava parlare della digitalizzazione dei processi amministrativi notarili, ma far vedere la semplicità di una compravendita immobiliare; non ci interessava far vedere i grandi investimenti in telemedicina, ma mostrare come anche persone anziane, in un piccolo centro, con scarsa dimestichezza tecnologica, possono svolgere l’attività sportiva necessaria alla prevenzione. Abbiamo voluto rispondere alla domanda: ma il PNRR può veramente cambiare le cose? L’obiettivo del cortometraggio è utilizzare il linguaggio cinematografico e artistico per raccontare un’innovazione per e con le persone, che non sono ‘solo’ l’obiettivo dei percorsi di innovazione, ma ne rappresentano anche gli attori principali, che devono essere chiamati a bordo per co-costruire il cambiamento”.
Ma concretamente, come aziende ed organizzazioni possono coinvolgere le persone nei processi di innovazione? Nell’epoca dei social media in cui tutti possono dire tutto ma in cui, allo stesso tempo, non sembra che nessuno ascolti veramente, Poggi propone da un lato di valorizzare gli strumenti tradizionali di ascolto, dall’altro di creare sempre maggiori sinergie tra imprese, centri di ricerca, università e tutto il mondo dell’open innovation. Secondo Poggi:
“Le tradizionali analisi (focus group, laboratori pilota) sono ancora un grande alleato per i processi di innovazione. Alle aziende consigliamo di monitorare attivamente il sentiment dei propri consumatori. L’ascolto e la verifica delle reazioni del consumatore a prototipi di nuove soluzioni è utilissima e ha il duplice obiettivo di avere un feedback tecnico sull’efficacia della proposta, e di far sentire il cliente effettivamente partecipe, co-ideatore. In questo processo, risulta fondamentale il contributo dell’Open innovation, in cui crediamo molto: è proprio nell’interazione creativa tra i diversi attori dell’ Ecosistema di Innovazione (Università, Centri di Ricerca, Imprese, Start-up, Venture Capital) che può generarsi un valore innovativo superiore. Il contributo di soggetti terzi, anche quelli apparentemente lontani dagli obiettivi aziendali di breve termine, è infatti fondamentale per assicurare un efficace contributo innovativo, in un’ottica di co-innovazione e trasferimento tecnologico, volto a favorire lo scambio di saperi, tecnologie e know-how tra soggetti a monte (università e centri di ricerca, cuore creativo dell’innovazione) con i soggetti a valle (le imprese, in grado di mettere a terra la ricerca teorica, ponendola a servizio della del cittadino/consumatore e della società”
Borgo Antico non è solo una metafora, è un modello di innovazione che mette al centro persone e comunità come soggetti attivi e non oggetti di interventi e soluzioni. Il PNRR parla di innovazione e inclusione, ma nel discorso politico e sociale sembra mancare l’attenzione all’”innovazione antropocentrica” che Deloitte ha scelto di raccontare. Si parla di impianti, infrastrutture, servizi, finanziamenti, ma quasi per nulla di nuovi modelli organizzativi e relazionali. Un esempio tipico è l’area della salute, in cui manca il confronto su nuovi paradigmi di cura. Borgo Antico racconta invece un nuovo patto di comunità. La trasformazione è abilitata dalle tecnologie, ma è guidata dalla capacità di pensare nuove identità e nuovi modi di lavorare e vivere insieme.
Secondo una ricerca del 2022 di Deloitte, circa l’80% dei cittadini italiani pensa che l’innovazione contribuirà a migliorare la qualità della vita e che debba generare soluzioni concrete per i bisogni reali della vita di tutti i giorni (secondo il 54% intervistati, Deloitte 2022). Questo è un capitale di fiducia fondamentale secondo Poggi:
“Tutte le nostre indagini e anche la nostra esperienza quotidiana confermano che c’è grande aspettativa e fiducia da parte di aziende e cittadini verso l’innovazione”.
L’innovazione tecnologica nella rappresentazione cinematografica assume spesso la forma di una città distopica, in cui l’umano sparisce o combatte per sopravvivere. Al contrario, nel cortometraggio “Presto Sarà Domani”, l’innovazione di Deloitte si incarna in un Borgo Antico profondamente rinnovato, dove il cambiamento è fondato su una dimensione umana, in una prospettiva che pone al centro i bisogni e le aspirazioni della comunità. Conclude Poggi:
“È un concetto a cui in Deloitte facciamo riferimento con il binomio “Innovazione Antropocentrica”, perché fondata sul presupposto che, nel mondo post-pandemico, l’Innovazione debba essere innanzitutto al servizio delle persone, attenta ai loro bisogni, semplice, socializzante, volta a migliorare la qualità del nostro vivere e ad abilitarne nuovi modelli di vita quotidiana, più sostenibili e inclusivi. Il nostro ruolo in quanto società leader nel settore dei servizi professionali è anche questo: promuovere una cultura di Innovazione Antropocentrica verso le aziende e le istituzioni, aiutarle a disegnare i loro processi in modo che siano innovativi e antropocentrici, insomma portare l’ Innovazione Antropocentrica ai nostri clienti, attraverso la nostra esperienza.”