“C’era una volta in un’antica libreria della città di Milano, Olivia, un bellissimo origami che profumava di carta, inchiostro ed indossava un vaporoso vestito a campana. Aveva tanti ricci e due occhi grandi e dolci. Trascorreva le giornate tra i molti scaffali di legno intrufolandosi prima in un libro e poi in un altro alla ricerca di fantastiche avventure e nuovi amici. Un giorno Olivia leggendo un racconto si addormentò….. Si risvegliò in un bel giardino e fu grande il suo stupore quando si rese conto che tutto intorno a lei era fatto anch’esso di origami”.
Inizia così “Cartolandia” uno dei racconti vincitori della XIV edizione del Concorso letterario, artistico e musicale “Il Volo di Pegaso”, ideato da Domenica Taruscio e promosso dal Centro Nazionale Malattie Rare (CNMR) dell’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del Laboratorio di Health Humanities, coordinato da Amalia Egle Gentile.
Cartolandia corrisponde benissimo al titolo di quest’anno: “La fiaba come luogo di tutte le ipotesi”. Tutte le opere sono accessibili in una Virtual Exibition. La fiaba proietta in un mondo diverso, attiva l’immaginazione per pensare ciò che ancora non esiste.
Il webinar della premiazione “Arte e Scienza nelle malattie rare” mostra la multidimensionalità dell’apporto delle arti alla ricerca e alla cura.
Nel bel libro sulla serendipity nella scienza, Telmo Pievani ricostruisce quanto sia importante coltivare l’inatteso nella conoscenza, per riuscire come lo Zadig di Voltaire a “scoprire mille differenze dove gli altri vedono tutto uguale”.
Nella giornata mondiale delle malattie rare, il “Volo di Pegaso” mostra da un lato l’importanza di dare espressione a condizioni di malattia ed esistenziali che rappresentano l’inatteso doloroso per persone e famiglie. Dall’altro, ricorda come le malattie rare possano diventare paradigmatiche di un approccio diverso, che recuperi l’importanza della ricerca dell’inatteso nella scienza e nelle modalità di cura.
Come ricorda Domenica Taruscio, Direttore del CNMR – il Volo di Pegaso riesce a “far luce sui malati rari, con quella forza espressiva che è peculiare dell’arte, di ogni forma d’arte, per dar voce alle loro esperienze, spesso travagliate ma anche cariche di speranza e positività, attraverso la penna, la matita, il pennello, lo spartito o l’obiettivo di una macchina fotografica”.
E Annalisa Scopinaro, Presidente di UNIAMO – sottolinea come il concorso sia anche “veicolo di bellezza, confronto, espressione soggettiva di diverse forme artistiche e, infine, di inclusione sociale di ogni genere di esperienze”.
L’inatteso nella scienza può arrivare proprio dall’integrazione di esperienze, saperi, linguaggi e metodi. Talvolta i ricercatori vivono l’affacciarsi di un nuovo sguardo, una nuova idea, un nuovo possibile percorso, come un “caso”. Ma c’è del metodo nel favorire il caso e la valorizzazione delle arti può essere parte di questo metodo.
Lo conferma la conversazione durante il webinar tra Agata Polizzi, pediatra dell’Università di Catania, Marco Iosa, ingegnere esperto di neuroriabilitazione e Cristiano Verrelli, ingegnere informatico dell’Università di Tor Vergata.
Iosa e Verrelli incrociano le loro ricerche a partire dalla scoperta di Iosa del valore di “bellezza” della sezione aurea e insieme ripensano il passo e il cammino nei percorsi riabilitativi, arrivando a trasformare il movimento in suono. Arte e tecnologia convergono in un modello riabilitativo centrato sulla persona come sistema “armonico” e non su un arto.
“Cosa accomuna i battiti del nostro cuore al Partenone, i movimenti delle nostre dita alla Venere di Milo, la forma dei girasoli alla Cappella Sistina? È la bellezza delle loro proporzioni, tutte legate a un unico piccolo numero irrazionale noto col nome di sezione aurea (φ)”.
Marco Iosa è anche responsabile dello studio “Effetto Michelangelo” dell’IRCSS Fondazione Santa Lucia in cui grandi capolavori dell’arte, uniti alla tecnologia virtuale potenziano l’efficacia della neuroriabilitazione in persone con l’ICTUS.
Come sottolinea Agata Polizzi, anche l’uso dei video giochi in pediatria può seguire nuove strade se unito ad una dimensione che è al tempo stesso ludica e artistica.
Coltivare l’inatteso nella scienza, significa anche quindi coltivare le arti come da tempo ci insegna a fare il “Volo di Pegaso” e il Laboratorio di Health Humanities: un nuovo rinascimento abilitato dalle tecnologie digitali.