Una trasformazione digitale a misura di persona: questo è l’obiettivo della seconda edizione dei Patients’ Digital Health Awards 2019 (PDHA19), coordinata dalla Digital Health Academy con la partecipazione di 40 associazioni dei pazienti in giuria e il sostegno di Fondazione MSD.
Il PDHA19 è l’occasione per rafforzare l’alleanza digitale di 40 associazioni che rappresentano mondi molto diversi ma condividono l’aspettativa di un’innovazione tecnologica “più umana” rispetto al passato.
Il premio vuole portare in primo piano le buone notizie digitali nella salute: valorizzarle e farle conoscere.
Si parla sempre di più di un nuovo umanesimo digitale. Il PDHA19 è un’occasione per esplorarlo nelle sue dimensioni reali e non come nuova moda semantica.
Quali strumenti digitali aiutano di più i pazienti ad informarsi in modo affidabile e accessibile? Quali sono le tecnologie più facili da usare? Quelle che creano meno “fatica digitale”? Cosa serve ad una tecnologia perché abbia valore dal punto di vista dei pazienti e dei curanti? Talvolta le tecnologie rispondono più a logiche di mercato e a mode che a bisogni effettivi di chi le deve utilizzare. Quali sono i processi che dovrebbero ispirare lo sviluppo di nuove tecnologie? I pazienti devono svolgere moltissime azioni per prendersi cura della propria salute, alterando i ritmi ordinari e i progetti di vita. In che modo una tecnologia può invece inserirsi in modo meno invasivo nel percorso di vita, migliorando la vita quotidiana?
L’Italia si sa è in ritardo nella trasformazione digitale, ancora in alcune regioni lo stesso fascicolo sanitario o l’anagrafe vaccinale informatizzata sono un miraggio.
Nello stesso tempo, ogni giorno veniamo a conoscenza di belle storie di umanesimo digitale in cui sono protagoniste non solo le start up ma pazienti, familiari, ospedali, medici, infermieri, ricercatori.
Il bando è stato pensato per premiare l’ideazione e la realizzazione di progetti di salute digitale che, nell’ottica dei pazienti, possano concorrere a migliorare la qualità di vita di chi vive la malattia in prima persona ma anche dei caregiver e dei curanti.
La partecipazione è tutta gestibile online in modo facile e intuitivo ed è possibile candidare il proprio progetto fino al 20 settembre. Una bellissima opportunità per uscire dalla propria nicchia organizzativa e territoriale e entrare in un network ampio di esperienze.
I finalisti avranno l’occasione di presentarsi e confrontarsi con le associazioni prima della premiazione finale che sarà a Roma in ottobre.
In un bellissimo passaggio di Sono apparso alla Madonna, Carmelo Bene dice:”Ferita era la benda e non il braccio”. Troppo spesso si assume il punto di vista della patologia e non della persona e quello che inventiamo per migliorare il viaggio con la malattia diventa invece a sua volta “una ferita” da gestire. Le tecnologie possono essere la base di partenza per nuovi percorsi più empatici e personalizzati, dobbiamo tutti insieme evitare che diventino ferite etiche, biografiche e relazionali. Le 40 associazioni del PDHA19 sono le nostre alleate più preziose.