Fitbit lancia Fitbit Versa in tutto il mondo e introduce il monitoraggio della salute femminile. Abbiamo a disposizione sempre più tecnologie per il nostro benessere. Ma cos’è il benessere per noi donne? In partnership con Fitbit, abbiamo cercato di rispondere, chiedendolo a un campione rappresentativo di donne italiane tra i 25 e i 55 anni.
La ricerca, a cura di Eikon Strategic Consulting, restituisce un quadro interessante.
Il benessere per le donne italiane è in primo luogo relax (37%) e forma fisica (34%), intesa più come stato di salute che non come programma di attività fisiche. Solo un 13% associa il benessere allo sport e ancora meno il benessere è associato alla corsa 3%. Non va in palestra o a correre, o lo fa di rado, rispettivamente il 60% e il 65% delle intervistate, mentre il 76% dichiara di cucinare spesso piatti sani.
Perdere peso (42%) e sfogare lo stress (38%) sono i primi obiettivi di benessere. Lo stress sembra essere un problema preponderante soprattutto per le donne tra i 25 e i 34 anni (45%). Per le donne tra i 50 e i 55 anni diventa importante anche mantenere giovane il cervello. (49%).
Lo stress è alimentato soprattutto da una vita quotidiana che lascia poco tempo per se stesse (55%), è difficile da organizzare (42%), stanca (41%) e diverte molto poco (16%). La situazione più critica è nei comuni con più di 250.000 abitanti che sembrano essere più fonte di problemi che di opportunità. Il mito della grande città come luogo di innovazione e cambiamento sembra definitivamente tramontato.
In una vita quotidiana percepita come una battaglia, un ‘enorme’ 70% delle intervistate ha difficoltà a mantenere la motivazione necessaria per raggiungere i propri obiettivi di benessere, e il 36% non ha problemi ad ammettere che la pigrizia è uno degli ostacoli, seguita dalla mancanza di tempo. La pigrizia non sembra essere legata alla mancanza di motivazione, ma alla stanchezza associata al poco tempo e a una vita quotidiana difficile. La pigrizia diventa un meccanismo di difesa rispetto a un insieme inesauribile di doveri. La pigrizia allenta lo stress, aiuta a rilassarsi, ma rischia di diventare un problema per la forma fisica. In tutto questo, i partner sono indifferenti o aiutano poco (54%).
Le donne sono alla ricerca non di ulteriori obiettivi o doveri, ma di alleati che le aiutino a prendersi meglio cura di se stesse. Le tecnologie possono sostenerle? La risposta è sì, a patto che siano su misura e poco invasive: un angelo custode che accompagna ma non giudica.
Le intervistate usano poco le tecnologie indossabili (18%) ma non escludono di usarle in futuro (25%). I comuni oltre i 60.000 abitanti hanno il maggior numero di utenti di tecnologia indossabile, il 20% contro l’11% dei comuni più piccoli. Tra chi non le usa le motivazioni sono soprattutto “costa troppo” e “non fa per me”.
In generale, il rapporto con le tecnologie è molto positivo e fa pensare che potrebbero essere l’alleato che le donne cercano per il proprio benessere. La tecnologia è un compagno costante per il 53% delle intervistate, e il 45% trova che aiuti a recuperare tempo. La tecnologia può quindi essere un valido aiuto per usare meglio il proprio tempo, specialmente quando è personalizzata e discreta, come chiede rispettivamente il 40% e il 39% del campione.
Le intervistate usano la tecnologia in modi ancora molto tradizionali, come ad esempio per tenersi informate. Solo in poche la usano per incontrare persone nuove, meditare, o monitorare obiettivi di benessere. Eppure, immaginano di poterla usare per creare programmi personalizzati (39%) o per rendere l’allenamento più divertente (34%), avendo accesso ai propri progressi (34%). La tecnologia suscita speranze ed entusiasmo, se è quella giusta. Solo il 7% dichiara infatti di preferire i vecchi metodi e solo il 6% non capisce come usarla. Facilità è la parola d’ordine: per essere un’alleata, una tecnologia deve essere facile da usare (42%), semplificare la vita (39%) ed essere personalizzabile (30%).
La tecnologia è un supporto importante anche per il monitoraggio di una componente considerata fondamentale della salute femminile come il ciclo mestruale. L’80% dichiara di monitorare il proprio ciclo, soprattutto per tenere d’occhio la propria salute ma anche per aspetti pratici di organizzazione della giornata. Ad oggi solo il 10% usa una tecnologia per monitorare il ciclo ma la userebbe il 47%. Le tecnologie possono aiutare le donne a pensare il ciclo mestruale come una componente importante della propria salute, senza però al tempo stesso medicalizzarlo.
In sintesi, le donne non immaginano l’uso delle tecnologie per fare più sport o per confrontare le performance con le amiche, ma per conoscere meglio alcuni aspetti della propria forma fisica e avere la possibilità di decidere su cosa e come intervenire. Vogliono una tecnologia su misura, personalizzata e personalizzabile, capace di adattarsi ai bisogni diversi di ogni donna. In modo facile. La tecnologia deve essere più un’assistente che mi conosce e mi aiuta, che non un istruttore che mi allena: una tecnologia a misura di relax.