Molte ricerche provano a fare il punto su orientamenti, giudizi e comportamenti associati all’uso di internet e alle app per la salute. I dati talvolta sono discordanti o sottolineano aspetti diversi. Una tendenza sembra però essere confermata da tutti gli studi: i pazienti/cittadini e i medici esprimono valutazioni molto diverse sull’utilità della ricerca di informazioni su internet.
Isa Cecchini di GFK ricostruisce l’Information Journey nell’era digitale, con una indagine su un campione rappresentativo di 2016 individui 18+. La ricerca è stata presentata lo scorso 24 maggio all’Istituto Mario Negri, ad un convegno sulla salute social, organizzato da Eugenio Santoro. Dallo studio emerge che il 48% di chi soffre da almeno 12 mesi di una patologia cronica ha cercato informazioni online. I giudizi sul valore di queste informazioni sono però discordanti tra medici e popolazione. Che si tratti di MMG o specialista, circa il 60% ritiene che le informazioni sulla salute online producano molta confusione, contro il 40% della popolazione. Per il 30% di MMG e il 40% degli specialisti, internet è poco utile e può rendere più difficile il rapporto medico-paziente
Da un lato, abbiamo quindi un paziente che sempre di più cerca informazioni, si confronta nei forum e vorrebbe condividere questo sapere sviluppato in rete con il medico o lo specialista, che restano un riferimento fondamentale. Dall’altro, i curanti che tendono invece implicitamente o esplicitamente a considerare l’informazione su internet soprattutto come disinformazione, inutile e potenzialmente dannosa.
Questa opposizione si associa ad un paradigma relazionale che nell’organizzazione degli spazi, nel lessico, nelle posture, riproduce ancora un modello asimmetrico e gerarchico tra chi sa, il medico, e chi segue una prescrizione, il paziente. Nonostante la reiterazione rituale della centralità del paziente in ogni congresso, siamo ancora lontani da uno scambio alla pari tra esperti della salute e esperti di se stessi. In questo quadro, internet rischia di essere effettivamente un fattore di difficoltà nella relazione. Si tratta allora di cercare nuove strade che evitino le contrapposizioni e facilitino un modello collaborativo nella pratica di cura quotidiana, e non solo negli annunci e nei comunicati stampa.
Un contributo importante in questa direzione arriva da Paginemediche, una delle piattaforme di servizi digitali più attiva e più innovativa in Italia. Paginemediche ha presentato al MEDIT di Vicenza ad ottobre due nuovi servizi: Patient Kit e Digital Therapy, grazie ai quali i medici potranno inviare ai pazienti informazioni su patologie, esami e terapie e consigliare l’utilizzo di dispositivi e applicazioni digitali verificate.
Patient Kit è uno strumento che consente al medico di inviare ai propri pazienti dei pacchetti di informazioni relativi a uno specifico problema di salute. I patient kit includono schede di patologia, dettagli sulle terapie, ma anche video di approfondimento e una raccolta dei consulti su Paginemediche che hanno suscitato più interesse. In questo modo il paziente trova anche risposta ai problemi normalmente più sentiti anche da altri pazienti. Il medico può monitorare se il paziente ha consultato il kit.
Patient kit consente al medico di rispondere ai bisogni informativi del paziente, senza consumare tempo di visita e valorizzando l’esigenza del paziente di partecipare attivamente al suo percorso. Piuttosto che opporre un sapere medico unilaterale alle informazioni trovate liberamente in rete, il medico può utilizzare i servizi standardizzati del patient kit per diventare un consulente del paziente nella ricerca di informazioni attendibili e utili, che riducano la complessità e la confusione della ricerca su google. Il paziente sarà poi libero di integrare queste informazioni con altre, individuate autonomamente, che potrà più facilmente confrontare con il curante. Patient Kit infatti, oltre a essere un kit operativo, facilita una conversazione sulle informazioni online tra paziente e curante, con meno pregiudizi reciproci.
Digital Therapy è l’altra novità disponibile su Paginemediche. Il servizio consente ai medici di consigliare ai propri pazienti le migliori applicazioni e servizi digitali (mobile e web) disponibili sul mercato, a supporto delle terapie e della prevenzione. Digital Therapy, infatti, offre una selezione di app e servizi digitali, ordinate sulla base degli obiettivi terapeutici, di cui è stata preventivamente verificata la validità e l’efficacia. Come ha ricordato recentemente Eugenio Santoro dell’Istituto Mario Negri, l’aumento annuale di app disponibili sui diversi store è stato del 59%, mentre quello degli utenti si prevede solo del 7%. Tra le società che sviluppano app per la salute, solo il 28% ha una competenza specifica nell’area e sono ancora carenti le validazioni scientifiche di efficacia. Lo scenario che si delinea è quello di un’offerta che non trova una domanda stabile, e prolifera per ondate ipocondriache di controllo, che non sono ancorate ad un percorso di cura condiviso con il curante. Il servizio di Paginemediche potrebbe servire a favorire una sempre maggiore integrazione e centralità dell’uso delle app per la personalizzazione del percorso terapeutico e di prevenzione, migliorando così anche l’aderenza del paziente all’uso di strumenti digitali.